BUKHARA

LA CITTÁ DI BUKHARA | STORIA DI BUKHARA

LA CITTÁ DI BUKHARA | STORIA DI BUKHARA

Bukhara, Uzbekistan

Bukhara è una delle città uzbeke più grandi e antiche, centro religioso, culturale e turistico. Se Samarkanda incarna la bellezza terrena, Bukhara la bellezza della spiritualità orientale. La Grande Via della Seta passava attraverso la città, 60 caravanserragli per i mercanti erano situati entro i suoi bordi. Le merci prodotte qui erano famose per la loro qualità, gli artigiani non incontravano alcuna difficoltà nel venderle. I tessuti del posto erano talmente valutati che venivano usati come metodo di pagamento per le tasse al califfo.

L’eredità della Via della Seta ha dotato la città di colori e originalità. Oggi è un contenitore multietnico, in cui convivono 300.000 persone fra uzbeki, tagiki, turkmeni, arabi, iraniani, russi ed ebrei; ciascuno contribuisce al mosaico culturale che è lo spirito della città.

La Storia di Bukhara scritta dal grande storico Narshakhi narra che nessun’altra città del pianeta avesse così tanti nomi. Le credenze antiche dicevano che la Luce del paradiso discendesse su tutte le città del mondo ma che quella di Bukhara fosse l’unica a salire verso il cielo. Reporter di viaggio, cronisti e storici concordano: la Sacra, la Nobile, il Duomo dell’Islam, il Pilastro della Religione, la bellezza dello spirito, la città più intatta nel venerabile Oriente. Ancora oggi Bukhara è considerata cittadella dell’Islam. Ci son ben 2076 moschee e le madrase – istituzioni coraniche – sono attive sin dal Medioevo – formando una galassia di esperti teologi.

Gli studiosi non sono pervenuti a un consenso sull’origine del nome della città. Bukhara fa rima con Vihara, che in sanscrito significa monastero. Esiste anche una versione che abbina Bukhara alla parola cinese Bihar, che sta per luogo dove venerare idoli; la figlia di un sovrano cinese venne condotta qui in sposa e la pagoda con le divinità insieme a lei. Potete leggere la sua storia nel libro “Treasures of Sciences”, di Fasl Abul-Hassan Abdul-Rahman, figlio di Muhammad-an-Nishapur.

In precedenza l’area dove è sorta la città era acquitrinosa, pianura dove crescevano canneti e piante. Contemporaneamente, quando la neve sulle montagne si scioglieva, l’acqua scorreva rendendo il terreno fertile. I campi a foraggio attraevano persone e stormi di uccelli. Così apparvero i primi villaggi: Nur, Kharkan-rud e Vardana, Taravdzha, Safna e Isvana. La città sarebbe sorta poco dopo.

Storia

La leggenda sull’origine della città è basata sul nome di Siyavush, figlio del re iraniano, che fece costruire la fortezza di Ark, attorno alla quale si sviluppò l’urbanizzazione. In realtà la crescita dipese per secoli dalla posizione strategica, al crocevia di Merv, Gurganj, Herat, Kabul e Samarkanda. Siyavush di fatto rinforzò i legami con la nobiltà locale, sposando la figlia del re Afrosiab.

La città antica è un monumento vivente delle antiche civiltà. I turisti apprendono la ricca storia di Bukhara attraverso le visite ai suoi luoghi iconici, così come attraverso quelli sacri per i pellegrinaggi. Bukhara, capitale del regno dei Samanidi, non è da meno rispetto a Samarkanda, in quanto a solidità, grazie ai suoi 2500 anni di storia, e per importanza, per il valore dei luoghi preservati. Il tempo è stato clemente con la città, preservando la grandiosità delle testimonianze dell’antichità per i posteri. Non era scontato per una città situata ai bordi del deserto, dove il sole è così forte da inaridire e c’è penuria d’acqua; eppure la città è resistita a tutto. Anche ai raid dei conquistatori, fra cui quelli delle truppe di Genghis Khan, che produssero l’effetto più distruttivo.

La dinastia Samanide

Verso la fine del nono secolo, i dissensi interni all’impero arabo avevano creato frange che ne indebolirono il potere. I governatori persiani ruppero con il califfato. Fu così che Ismael ibn Ahmed fondò la dinastia Samanide, introducendo un’epoca d’oro, in cui la vitalità commerciale e culturale attrasse ben presto i più fini intellettuali dell’epoca. Ibn-Sina, al-Beruniy, lo storico Narshaki e il poeta Rudaki contribuirono a far evolvere la città in un centro del rinascimento persiano e della scienza islamica. La lirica persiana si fuse con il lusso arabico; la biblioteca si espanse al punto da divenire la più famosa nel mondo islamico. Bukhara divenne “abbellita dai più rari saperi, luogo d’incontro delle più alte cognizioni intellettuali dell’era, orizzonte delle stelle letterarie del mondo”. Il dotto di origini arabe As-Saalibi definì la Bukhara Samanide la dimora della gloria. Fu il tempo in cui la città e i suoi commerci fiorirono, gli abitanti esentati dal pagamento di tasse, e la popolazione crebbe rispetto a tutti gli insediamenti della regione Transoxiana. Il Museo Samanide e il parco omonimo sono luoghi riveriti dai locali. Un modo di tributare omaggio alla dinastia che forgiò l’architettura e l’aspetto della città.

Nell’XI secolo i persiani cedettero ai nomadi turkmeni. Nel 999 i Samanidi soccombettero a Karakhanids e nel 1206 a Khorezmshah. L’edificio Chashma-Ayub, il Minareto Kalon e la Moschea Namazgokh furono integrati alla città grazie a loro.

L’invasione mongola

Nel marzo 1220 la calamità dell’onda mongola si palesò alle porte della città, con truppe più numerose delle locuste, fluttuanti come un mare. La conquista non fu affatto un successo militare. Mura alte e possenti circondavano la cittadella per un chilometro e mezzo, guerrieri valorosi la difendevano per renderla inespugnabile. Tuttavia Genghis Khan riuscì a prendere la città. Non avvenne come risultato di una sconfitta, fu la conseguenza di traditori sleali e codardi.

Il leader Genghis Khan, “Il Vento dell’Onnipotenza di Dio”, cavalcò sino alla Moschea Namazgokh e si autoproclamò Flagello di Dio. “Se non aveste commesso gravi peccati, disse, “Dio non vi avrebbe inviato una punizione come me”.

“Al riflesso del sole, la pianura sembrava un vassoio pieno di sangue”. Un esule che riuscì a fuggire da Khorasan descrisse il massacro: “Arrivarono, scavarono trincee, incendiarono, uccisero, saccheggiarono e ripartirono. La città era rasa al suolo; gli edifici inceneriti. Tutti, eccetto il minareto Kalyan. Prima di esercitare la sua potenza, Gengis Khan avrebbe dovuto inchinarsi”.

Eppure, nemmeno allora, né mai, gli orgogliosi e indipendenti abitanti di Bukhara accettarono l’oppressione, con un atteggiamento indomito che avrebbe intimorito tutti i governi successivi.

La città impiegò un secolo per riprendersi dall’evento traumatico, durante il quale fu assoggettata dal persiano Khan Abaqa II, che infierì e provocò un esodo della popolazione. Nel 1366 Ibn-Battuta fu testimone del decadimento in cui versavano moschee, accademie e bazar. Quella che un tempo aveva reputazione di città sacra, divenne teatro di fanatismo, menzogne e negazione della verità.

I Timuridi ricostruirono il mausoleo Chashma-Ayub, con la sacra fonte del biblico Giobbe. I Shaybanidi fecero riacquisire importanza alla città, restituendole lo stato di capitale dell’impero.

Shaybanidi

Nel 1500 l’uzbeko capoclan Mohammed Shaybani Khan entrò in città assassinando il reggente Ali, soppiantando di fatto la dinastia persiana timuride con quella uzbeka. I Timuridi chiamarono a raccolta le forze e tornarono a Bukhara nel 1511. Il 12 dicembre 1512, il principe Babur e i suoi alleati persiani sciiti furono sconfitti nella cruciale battaglia di Gijduvan, dopodiché il leader timuride fuggì dalla Transoxiana per sempre.

Gli uzbeki ne uscirono vincitori assoluti, la città capitale ancora una volta, con il fiume Amu Darya (all’epoca chiamato Oxos), come fragile confine con i Principi persiani.

Abdullah Khan riunì i clan uzbeki creando un regno e un ordine pubblico che pose fine a decenni di anarchia. Il regno di Abdullah preparò il terreno alla seconda fioritura della città, e l’eco del suo nome raggiunse proporzioni quasi leggendarie. Gli artigiani dalla sottomessa Herat fecero confluire l’arte della miniatura e sbocciare quella decorativa.

Dopo che la Russia annesse Astrakhan nel 1552, il leader mongolo Yar Mohammed e suo figlio Jan raggiunsero Bukhara, con l‘intento di fondare una nuova dinastia uzbeka, quella dei Janidi o Astrachadini, che avrebbe regnato per i successivi 150 anni.

Via terra, le rotte continentali del commercio si indebolirono, le guerre con la Persia intensificarono l’isolamento religioso della città sunnita, il Khanato sprofondò in una stagnazione economica e preda del fanatismo religioso.

Epoca sovietica e post sovietica

Dopo la Rivoluzione di Ottobre, la città rimase capitale della Repubblica Popolare Sovietica di Bukhara. Successivamente il territorio fu suddiviso fra quelli che oggi sono Uzbekistan, Turkmenistan e Tagikistan. La città rimase nel territorio dell’Uzbekistan ma, in aggiunta alla lingua uzbeka, il tagiko è spesso parlato e anche il russo è linguaggio di comunicazione interetnica.

Negli Anni Novanta il centro storico di Bukhara è stato inserito da UNESCO nella lista dei Patrimoni dell’Umanità. Come disse il geografo medievale Mukaddasi, la città è benedetta per chiunque aspiri a venirci. Una città sacra, calda, luminosa, ospitale, dove vi verrà voglia di camminare senza fine lungo le antiche strade acciottolate, girovagando e ammirando. Diversi film storici sono stati ambientati nelle sue piazze, la loro atmosfera da sempre ispira gli artisti, dai poeti ai fotografi.

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Visite a Bukhara

Le principali attrazioni di Bukhara:

• Madrasa Abdalal-Aziz Khan

• Mausoleo del Venerabile Iman Abu Hafs Kabir

• Fortezza Ark

• Complesso architettonico Bolo Khauz

• Mausoleo Chashma-Ayub

• Madrasa Chor Minar

• Khanaka Fajzabad

• Moschea del Venerdì Jami (Juma)

• Insieme architettonico Poi-Kalyan

• Moschea Kalyan all’interno dell’omonimo complesso architettonico

• Minareto Kalyan all’interno dell’omonimo complesso architettonico

• Insieme architettonico Khoja-Gaukushan

• Complesso Khoja Zainuddin con moschea-khanaka

• Madrasa Kosh

• Madrasa Kukeldash

• Complesso architettonico Lyabi Hauz

• Moschea Magoki Attori

• Hammam medievale

• Madrasa Miri Arab

• Madrasa Nadir Divan-Begi

• Mausoleo Samanide, luogo di culto dell’eminente dinastia che governò a lungo

• Mausoleo Sayfiddin Boharzi

• Bazar coperti

• Madrasa Ulug Bek, una delle tre edificate dal nipote di Tamerlano.

Nei dintorni di Bukhara

• Necropoli Chor-Bakr

• Palazzo dell’Emiro a Kagan

• Museo della Ceramica a Gijduvan

• Area naturalistica protetta Jeyran

• Complesso memoriale Naqshbandi

• Sitorai Mokhi-Khosa, Palazzo d’estate dell’Emiro

Musei di Bukhara

• Museo Statale Arti Antiche
collezioni di reperti archeologici ed etnografici, numismatica, libri rari, fotografie, pitture, sculture, arti applicate.

• Casa Museo Fayzulla Khodzhayev
eccellente esempio dell’architettura del XIX secolo.

Spettacolo di Folklore

Stazione ferroviaria

Storia di Bukhara

Clima

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